ITALIAEXCLUSIVE organizza le indimenticabili visite di Castelli medioevali delle Langhe e del Roero vi narra le loro storie, le leggende e le dicerie (Castello di Barolo, Castello di Govone, Castello di Grinzane Cavour, Castello di Magliano Alfieri, Castello di Mango, Castello di Monticello d'Alba, Castello di Pralormo, Castello di Saliceto, Castello di Serralunga d'Alba, Castello di Prunetta, Castello di Racconigi, Reggia di Venaria).
BAROLO
Il vino BAROLO prende il nome dalla città omonimа. Il famoso paese di origine antiche, così come il suo vino. Il primo insediamento fu fondato dai barbari nel all'alto Medioevo. Questa interpretazione è sostenuta dalla spiegazione più plausibile per l'etimologia del nome dal termine celtico «bas Reul» «pianura», corrisponde alia sua posizione geografica, su un altopiano circondato da colline. Nel 1200, la città è indicato come Villa Barogly, che nel 1600 divenne Barrolo o Barollo. Oggi Barolo è un paese del vino nel senso strettissimo del termine: la sua presenza si respira infatti a ogni angolo di strada. E il Barolo vino, che non è come tutti gli altri, fa di Barolo paese un po' una sorta di "luogo sacro", cui gli adepti del culto pagano del vino dovrebbero di tanto in tanto rendere omaggio con un "pellegrinaggio". IL CASTELLO FALLETTI di Barolo è situato al centro del paese, il luogo ideale da cui è possibile godere di un bellissimo panorama, con vedute verso la bassa Langa e alcuni tra i più prestigiosi crus di Barolo. Nel corso degli anni il Castello Falletti è stato restaurato in modo capillare e nel mese di settembre 2010 è stato aperto al pubblico il WiMu (Wine Museum), il più innovativo museo del vino d'Italia. Le cantine del castello, pure pregevolmente restaurate, ospitano inoltre L'ENOTECA REGIONALE DEL BAROLO.
EVENTO MUSICALE COLLISIONI
Ma la forte magia di questa famosissima città sono sicuramente gli eventi culturali veri e propri gioielli d'arte. COLLISIONI è un festival no profit, capace di abbattere le barriere culturali tra linguaggi diversi e diverse generazioni, facendo incontrare la letteratura, il cinema e la musica. È un incontro di comunità, di pensiero plurale che si rinnova ogni anno mescolando il nuovo alla tradizione all’insegna della festa e della voglia di stare insieme, dove il contatto con gli artisti è diretto e il programma, che offre stimoli molto diversi, getta un ponte tra diverse culture e generazioni. Barolo diventa un grande palcoscenico dove in ogni via, in ogni piazza, in ogni angolo concerti di gruppi della scena emergente europea.
CASTELLO DI GRINZANE CAVOUR
Estremamente scarse sono le notizie storiche sulle sue origini e vi sono non pochi dubbi sulla sua data di costruzione: c'è chi lo colloca nel XIII secolo e chi sostiene invece che la costruzione della torre risalga al 1350 e il resto ad epoca successiva. In diverse sale di castello è collocato un museo permanente, comprendente allestimenti sul Tartufo rari oggetti dell’enogastronomia locale, ambientazione della cucina albese del ‘600 e dell’800, distilleria del ‘700, bottega del bottaio, contadinerie da cortile. Ogni anno, agli inizi di novembre, nel Castello di Grinzane Cavour si svolge L'ASTA MONDIALE DEL TARTUFO BIANCO D'ALBA che vede la partecipazione di famose personalità della politica italiana, della cultura e del jet set internazionale.
CASTELLO DEGLI ALFIERI DI MAGLIANO
Alcuni raccontano che Vittorio Alfieri, l'indomito e orgoglioso creatore della tragedia italiana, proprio in quel castello, osservando un dipinto che raffigura Cleopatra nell'atto di farsi mordere dall'aspide, avesse avuto l'ispirazione che lo portò alla composizione del Saul, ma la tradizione è inesatta, poiché l'Alfieri nella sua biografia racconta di essere vissuto nel castello del patrigno, il cavaliere Giacinto Alfieri di Magliano solo fino all'età di nove anni.
CASTELLO DI MONTICELLO D'ALBA
Tipico esempio di residenza fortificata, Monticello può vantare una particolarità architettonica molto singolare: la presenza di tre torri, ognuna delle quali risulta avere una pianta e delle dimensioni diverse. Una è quadrata, un'altra rotonda, mentre l'ultima è ottagonale. Sono ancora leggibili gli antichi apparati difensivi, quali il cammino di ronda coperto e protetto da merli a coda di rondine e fornito da caditoie. Sul cortile si affaccia un loggiato con archi a sesto acuto. All’interno, si possono visitare la Sala d´Armi, la Sala del Biliardo e il Salone degli Stemmi, arredati con mobili antichi e decorati con preziosi stucchi. Una delle più imponenti e meglio conservate costruzioni medievali della zona, grazie anche al fatto che dal 1372 è di proprietà della stessa famiglia, i Roero di Monticello, che ne hanno fatto la loro abituale residenza. Ma dietro all’aspetto di “elegante dimora di campagna” si svelano storie a metà tra la storia e la leggenda.
CASTELLO DI SERRALUNGA D'ALBA
Il castello di Serralunga d'Alba, è considerato uno degli esempi meglio conservati di castello nobiliare trecentesco del Piemonte. Collocato sul crinale del colle, sovrasta il paese che sorge sul crinale del colle, a 415 metri sul livello del mare, a dominio del caratteristico borgo e delle sue famose vigne, in uno dei comprensori turistici più interessanti. L'antico maniero è simbolo indelebile di questo paesaggio, colpendo immediatamente per lo slancio e la verticalità della sua architettura gotica. Questo edificio, la cui costruzione si può collocare tra il 1340 ed il 1357, svolse nel territorio più che un ruolo militare una funzione di controllo delle attività produttive locali, come dimostra la sua stessa struttura estremamente slanciata e tesa a sottolineare in questo modo il prestigio e la ricchezza della famiglia Falletti nel XIV secolo. Il "Salone dei Valvassori" è la sala principale del castello, caratterizzato dal bel soffitto a cassettoni. Il salone è ornato dagli antichi affreschi della cappella votiva, affreschi della metà del XV sc. raffiguranti il Martirio di santa Caterina d'Alessandria, affiancato dalla figura di san Francesco, sulla parete di fondo, e sormontato dal simbolo dell'Agnus Dei.
CASTELLO DI PRUNETTO
Insediamento esistente sicuramente in età romana, è citato in un documento del 967 quando Ottone I fece una donazione ad Aleramo, primo mitico marchese di Monferrato Vuole una leggenda del Trecento, che il marchese Aleramo fosse nato nell'abbazia di Santa Giustina a Sezzadio durante un pellegrinaggio. Rimasto orfano dei suoi genitori, Aleramo venne ingaggiato nell'esercito imperiale ed entrò alla corte dell'imperatore Ottone I. Ivi conobbe, Alasia figlia dell'Imperatore, e tra i due nacque un tenero sentimento. Incapaci di riferire la cosa a sua maestà temendo un rifiuto al matrimonio, i due innamorati scapparono nelle terre natali di Aleramo. Qui, però, egli non riuscì a vivere senza combattere ancora, e rientrò nell'esercito di nascosto. Quando l'imperatore Ottone venne a conoscenza della cosa, volle incontrare il coraggioso giovane e perdonò i due amanti. Ad Aleramo concesse allora, in un impeto di generosità, tante terre quante egli fosse riuscito a percorrerne cavalcando senza sosta. Il territorio che egli percorse adesso è il Monferrato: tale nome deriva da mun (mattone) e da frà (ferrare), ovverosia i mattoni utilizzati per ferrare i cavalli che Aleramo, come prova di aver percorso tali territori, aveva gettato dietro di sé. Il castello risale probabilmente al XII-XIII secolo quando, attorno alla grande torre quadrata dell'XI secolo. Il castello non ha subito modifiche rilevanti ed è quasi completamente visitabile, compresi i sotterranei.
CASTELLO DI POLLENZO
A partire dal 1835, sull'area della città romana Pollentia, per volontà di Carlo Alberto nasce una Tenuta reale di casa Savoia. Nel 1997 l’UNESCO ha riconosciuto Il Castello di Pollenzo assieme alle altre residenze, castelli, palazzi ed edifici pubblici commissionati dalla Casa Savoia, come Patrimonio dell’Umanità. Il castello viene rivisto stilisticamente nel XVI secolo, per assumere aspetto manieristico. L’intervento sabaudo, però, ha anche aspetti positivi: molti artisti, infatti, hanno contribuito ad ingrandire la struttura e a ricostruire il borgo circostante, mantenendo l’impianto originale. A fine degli anni novanta su iniziativa di Slow Food prende vita il progetto di recupero del grande complesso dell'Agenzia in cui oggi si trovano L'Università degli Studi di Scienze Gastronomiche, la Banca del Vino, l'Albergo dell'Agenzia con l'annesso Ristorante Garden. Il primo "ateneo del gusto" del mondo. L'UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI SCIENZE GASTRONOMICHE è una scuola interdisciplinare per creare un'élite nel settore agro-alimentare e rafforzerà, in termini di immagine e di turismo. Dove, se non in Italia, poteva sorgere un'università del piacere della tavola? l'Università si propone di dare dignità academica al cibo e all’allimentazione interpretati come fenomeni complessi e multidisciplinari, atraverso lo studio di una rinnovata cultura di alimentazione. LA BANCA DEL VINO è nata con lo scopo di costruire la memoria storica del vino italiano. Nelle cantine ottocentesche dell’Agenzia di Pollenzo, alle porte delle Langhe, ha sede questa suggestiva vetrina enologica unica al mondo in cui è possibile conoscere l’Italia dei grandi vini: un museo visitabile con percorsi di degustazione, assaggi, eventi e attività di promozione dell’immagine e della cultura enologica. Un patrimonio di oltre 100 mila bottiglie appartenenti a 300 delle migliori aziende vitivinicole nazionali che sarà reso disponibile negli anni dopo un accurato lavoro di selezione e affinamento. La Banca del Vino è anche un punto vendita che propone etichette storiche, rare, spesso introvabili, con possibilità di cogliere opportunità d’acquisto esclusive. L’ALBERGO DELL’AGENZIA nell’antica residenza sabauda è sicuramente ideale per chi è alla ricerca dei piaceri del palato, un luogo insolito ma decisamente piacevole. Collocato all’interno del complesso che è sede dell’Università di Scienze Gastronomiche, della Banca del Vino e del Ristorante Guido, è il risultato del prezioso recupero di quelle che sono state le storiche costruzioni neogotiche dell’Agenzia di Pollenzo di Re Carlo Alberto.
CASTELLO DI MANTA DI SALUZZO
Collocato sulle colline della provincia di Cuneo, negli immediati dintorni di Saluzzo, la Manta è un castello misterioso e affascinante. Reso unico dagli splendidi affreschi che ne decorano le sale, considerati fra i più importanti d’Europa, è un’affascinante fortezza medievale trasformata nei secoli in palazzo signorile dalla nobile famiglia dei Saluzzo della Manta, che ne mantenne la proprietà per oltre quattrocento anni. L’attuale fisionomia del complesso è infatti il risultato dei tanti ampliamenti e rimaneggiamenti operati nel corso dei secoli dai diversi discendenti della dinastia. La visita comprende le mura, il giardino, il bosco e gli splendidi interni, con i saloni cinquecenteschi e gli straordinari affreschi del Salone Baronale che raffigurano la Sfilata degli Eroi ed Eroine in allegorie delle Virtù cui fa riscontro, sulla parete opposta, la misteriosa rappresentazione della Fontana della Giovinezza, fantasie fitomorfiche tipiche delle grottesche fantasie, rovine classiche e architetture rinascimentali.
CASTELLO DI RACCONIGI
IL CASTELLO DI RACCONIGI fu residenza ufficiale del ramo dei Savoia Carignano. Si presenta oggi come un grande palazzo in mattoni rossi e tetti a pagoda. Fino alla metà del Seicento mantenne la struttura di antico maniero medievale, un impianto quadrato, quattro torrioni angolari, il fossato, un ponte levatoio e un mastio laterale. Nel 1620 il duca Carlo Emanuele I donò il Castello al fratello, il principe Tommaso Francesco di Savoia, capostipite del ramo Savoia - Carignano. Fu suo figlio Emanuele Filiberto Amedeo a stabilirsi a Racconigi, dando il via ad una serie di lavori che interessarono il castello ed il parco. Nel 1681 il principe commissionò a Guarino Guarini la completa trasformazione della fortezza. Il progetto fu solo parzialmente realizzato e ripreso nel Settecento da Giovan Battista Borra. Alcuni ambienti mantengono ancora oggi l'impostazione e la decorazione settecentesca, come l'ampio Salone d'Ercole, la Sala di Diana e l'appartamento cinese, dove l'esotismo del tardo Settecento caratterizza gli ambienti. Nell'Ottocento Pelagio Palagi attuò un'ulteriore trasformazione, intervenendo sulla Sala dei Dignitari, il Gabinetto Etrusco e il Bagno di Carlo Alberto Il parco del castello è un luogo carico di suggestioni, uno scenario che dà risalto all'architettura del palazzo, ma non solo. Esso è testimonianza dell'abilità e dell'esperienza degli architetti che lo progettarono e dei giardinieri che in esso lavorarono. Insieme alla residenza, è anche specchio della cultura, del gusto, della sensibilità e del carattere di chi ne volle la realizzazione. Nel corso della storia secolare del castello dei principi di Carignano il parco ha assunto diversi aspetti. Ai margini nord occidentali del parco si eleva la Margaria, un esteso complesso agricolo in stile neogotico, la cui costruzione rientra nel progetto di ampliamento e trasformazione della residenza e del territorio circostante avviato da Carlo Alberto dopo la sua ascesa al trono. La Margaria consentiva una gestione razionale e proficua dei terreni coltivati e dei boschi da rendita ed era destinata a diventare una vera e propria azienda agricola modello. Sul fianco est della Margaria e della serra l'antico giardino a fiori e frutta, detto in seguito giardino dei Principini, è stato restaurato conservando le permanenze storiche, riconducibili al disegno di Guseppe Roda del 1889. Il complesso, abitato dai Savoia sino al 1946, fu acquisito dallo Stato italiano nel 1980.
CASTELLO DI GOVONE
CASTELLO DI GUARENE
REGGIA DI VENARIA REALE
"Tra tutte le meravigliose residenze di piacere, in cui Sua Altezza Reale il duca di Savoia si reca abitualmente per ristorarsi dalle fatiche, la più importante e meritevole di essere visitata è quella che viene chiamata VENARIA REALE. Fu il duca Carlo Emanuele II che le diede questo nome, perché riteneva che quella fosse una zona in cui si sarebbe potuto praticare la caccia secondo lo stile dei re". La Venaria Reale non è un “museo”, ma una “Reggia per i contemporanei”: un grande spazio ed un’opportunità irrinunciabile dedicati al piacere, alla gioia di vivere, che coniuga gli aspetti storici, i desideri e le esigenze di svago di tutti. Quasi ogni giorno alla Venaria si alternano concerti, spettacoli, esibizioni, attività culturali e di divertimento che coinvolgono ogni tipo di pubblico in uno spazio strepitoso che sembra amplificarsi con sorprese e rimandi continui.La Venaria Reale si attestata tra i primi cinque siti culturali più visitati in Italia. Vista dall’alto la Reggia con i suoi Giardini disegna intorno a sé uno spazio di 950.000 metri quadrati di architetture e parchi indivisi e costituisce il perno dal quale si articolano il grande complesso delle Scuderie Juvarriane, il Centro Conservazione e Restauro, il Centro Storico cittadino, il Borgo Castello e la Cascina Rubbianetta (oggi sede del prestigioso Centro Internazionale del Cavallo) in un orizzonte di boschi e castelli che si perde a sua volta negli oltre 6.000 ettari di verde del vicino Parco Regionale La Mandria. All’ultimo piano, appena sopra la Galleria di Diana e uno scalino sotto il cielo, c’è il Dolce Stil Novo, l’unico ristorante all’interno di una Reggia, con vista mozzafiato sui Giardini, sulla Peschiera, sulla Corte d’Onore e Fontana del Cervo. Un viaggio unico, tra il piacere culinario e l’emozione della storia... La cucina di Alfredo Russo ha quale punto di partenza il rispetto assoluto della tradizione italiana e regionale piemontese, coniugata a una incessante ricerca e alla voglia di innovazione.
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